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Teatro, Roberto Lipari “Ultimo spettacolo? Sarà il pubblico a decidere”

MILANO (ITALPRESS) – Roberto Lipari, comico, attore e conduttore televisivo, noto al grande pubblico come conduttore di Striscia la Notizia, dal prossimo 3 aprile, partendo da Catania, sarà in tour con la sua nuovo piece “L’Ultimo Spettacolo”, che porterà in lungo e largo per tutta l’Italia – con una puntatina in Svizzera – toccando alcuni tra i teatri più prestigiosi. Intervistato da Italpress, il comico palermitano ha rivelato cosa lo ha spinto a scegliere questo titolo per la sua prossima piece. “L’Ultimo Spettacolo può essere inteso come ultimo in ordine di tempo o come ultimo, nel senso che poi non salirò più su palco. Diciamo che un pò tutto ruota attorno a questa ambiguità, a questo gioco: c’è una parte di me che ogni volta dice vabbè, basta e un’altra parte che dice che questo è l’ultimo di tanti che ne faremo ancora. Questo è uno degli spettacoli forse più introspettivi che ho scritto nella mia vita, nel senso che entro dentro di me, ma poi parlo di tutto e lo faccio ovviamente ridendo, perchè è il mio mestiere. Probabilmente alla fine dello spettacolo deve essere il pubblico a convincermi se questo deve essere l’ultimo oppure no. Diciamo che mi auguro fortemente che ce ne siano tantissimi, ma mi piace pure dare per un attimo ragione a quella parte di me che dice basta”. Nello spettacolo Lipari racconta che nella vita di un artista ci sono tre tempi: quello della “giovane promessa”, quello del “basta, ancora questo” e quello del “venerabile maestro”. “Io non lo so se arriverò mai alla fase del venerabile maestro, perchè faccio parte della generazione a cui è stato detto tu la pensione non la vedrai mai, nel fratttempo il mio augurio è quello di non essere mai maestro di niente, cioè di essere sempre incompleto perchè la parte più bella della mia vita è proprio quella di essere nato incompleto e quindi sono alla ricerca di qualcosa. E secondo me questa è una grande fortuna: non bisogna mai pensare di essere maestri di qualcosa. Allora, se proprio devo scegliere una fase, scelgo quella della giovane promessa. Cioè, io vorrei sempre essere una giovane promessa anche a ottant’anni, una giovane promessa”. Dall’ultimo al primo spettacolo, Lipari ricorda la sua prima volta di fronte a un pubblico: “Ho iniziato nelle pizzerie. In realtà ero in un duo. Ci chiamavamo Sale e pepe, perchè era quello che avevamo nelle pizzerie sul tavolo, il sale e pepe e ci pagavano con un piatto di pasta. Quello non te lo puoi dimenticare, perchè era difficilissimo fare uno spettacolo nelle pizzerie. Perchè mentre tu stai dicendo la battuta, rischi che il cameriere passi e urli ‘di chi è la Margherita?’ e di bruciatela. Quindi devi essere attentissimo, un felino. Dopo che superi le pizzerie puoi fare qualunque cosa. Non so se mai salirò sul palco dell’Ariston di Sanremo, ma in confronto alla pizzeria sarà molto più semplice”. A proposito del fenomeno tanto di moda della stand-up comedy, Lipari commenta: “Io ho iniziato a fare monologhi prima che attecchisce il termine stand-up comedy. Probabilmente, se la mia carriera fosse iniziata qualche anno dopo, mi avrebbero messo nella categoria degli stand up comedian. Semplicemente è una definizione. Io dico sempre che viviamo in un mondo in cui non ci sono più i pasticceri, ma ci sono i designer.
Non ci sono più i parrucchieri, ma ci sono gli stylist. A Palermo a volte mi chiedono i soldi per strada e ho detto Ma lei che fa il Director Parking, cioè il parcheggiatore? Quindi oramai è così. C’è chi lo associa in Italia al black humour, ma non è detto che sia quello in realtà, come lo faceva anche Pino Caruso o Ciullo D’Alcamo nel 1.200, nel senso ogni volta che si fa satira oggi si associa alla stand up comedy, ma c’è sempre stata. Allora io sì, faccio anche stand up comedy, ma a me non interessano mai le etichette, le definizioni. Quindi io faccio Roberto Lipari che non so che mestiere è, ma lo faccio solo io. A proposito del suo successo a Striscia la Notizia, Lipari spiega “Mi auguro di poterlo fare sempre con questo questo spirito, magari con la mia dolce tre quarti Sergio Friscia, perchè non è la mia metà. Vivo la trasmissione come se fossi all’ultimo banco di scuola. Dobbiamo sempre trovare il modo di alleggerire tutto, anche servizi seri. A Striscia riusciamo a dire delle cose che probabilmente a quell’ora, in prime time, non può dire nessuno. E poi ci sono molte cose alla TV che a me non piacciono e quindi quale miglior programma se non uno che prende in giro la Tv? Per me è un modo per sfogare una parte di me. E quindi è un’occasione per un’espressione artistica. (ITALPRESS).

Foto: Italpress
Fonte e foto: Italpress