“Senza capo né coda”, il nuovo libro di Marco Brancaccia
“Pensavo fosse amore invece era un grave disturbo neurologico”
Parlare d’amore senza essere troppo romantici si può.
Ci ha provato Marco Brancaccia con il suo “Senza capo né coda”, il cui sottotitolo dà la misura dell’ironia a cui le sue elaborazioni creative vogliono portare: “Pensavo fosse amore invece era un grave disturbo neurologico”.
Niente di chiaro, anzi, per fortuna, tutto piuttosto offuscato dal nostro sentire. Da quello dell’autore, certamente, che dentro questo scritto ha messo un bel pezzo di sé; ma in fondo da quello che sentiamo un po’ tutti su un sentimento abbastanza strano e poco conosciuto, che non sempre funziona, ma che nonostante tutto continua ancora a muovere “il sole e l’altre stelle”.
Prendendo in prestito le parole di Beatrice Gigliuto, che firma la prefazione, “Senza capo né coda” ha un coefficiente di “anche io” altissimo: leggere Marco significa ritrovare quella sensazione che ti fa dire “aspetta, non ho capito”, quando invece lo sai che hai capito benissimo.
Perché racconta senza una trama attimi ed emozioni assoluti, trasversali, che riguardano l’adolescente su Tinder, il vecchio innamorato, gli amanti clandestini, il giovane non corrisposto, e che passano dal flirt in metropolitana alla lettera d’amore, dalle micro-cronache quotidiane su Facebook alla rassegnazione depressiva di chi non vuole più alzarsi dal letto o all’odore del caffè che ti fa pensare a lei…
Poesie, racconti, dialoghi e roba scritta in romanesco, dove l’amore non è il solo protagonista; ci sono donne e uomini nudi, mani, sguardi, sorrisi e tette, ma anche bonifici non effettuati, un po’ di fritti, fiori e qualche incidente stradale… e dove ci si ritrova spesso nel più ironico dei finali, come accade sovente anche nella vita.
Tutto raccolto dentro un volumetto di 130 pagine che è “Senza capo né coda”: come poi, del resto, è appunto l’amore.
Marco Brancaccia, classe 1982, è giornalista e scrittore. Appassionato di letteratura, si dedica da anni a scrivere poesie d’amore e altre sociopatie. Ha collaborato con diversi giornali locali e attualmente si occupa di comunicazione per un ufficio stampa.
Il punto di riferimento per tutte le sue elaborazioni creative è la sua pagina Facebook “Senza capo né coda” da dove provengono molte delle poesie e dei racconti contenuti nell’omonimo volume.
Il libro è acquistabile su Amazon in versione cartacea e in formato eBook.
Priorità
Ti ho vista l’altra sera.
Mentre passavo dietro i vetri di un bus.
Stavi seduta su quel muretto.
Guardavi verso il sole che scendeva.
Il sole difatti la sera scende mi dirai.
Si chiama “ciclo giorno/notte” ti direi.
Eri bella.
Di più non potevo sapere, a parte che eri bella e fumavi.
Te lo avrei detto.
Mi sarei avvicinato e ti avrei detto che eri bella.
Che eri bella e che fumare nuoce gravemente alla salute.
A parte le canne, quelle no, quelle non fanno così male.
Nelle giuste quantità.
Ma io stavo dietro i vetri di un bus.
Non potevo dirti nulla.
Saresti dovuto scendere, mi dirai.
Ero in ritardo per la cena, ti direi.
Sono più importante di una cena, chiederesti anche un po’ incazzata.
C’era la pizza, risponderei.
Non era destino.
—
Non scordarti mai
Avevo scritto un messaggio
poi l’ho cancellato
è che proprio mi sono detto
che te lo scrivo a fare?
Che magari in quel momento stavi al bagno
lo sai com’è, quando stai al bagno
“Datemi un attimo” ti dici
Ho cancellato il messaggio
quello che ti avevo scritto
mentre eri in bagno
cioè, magari non eri in bagno
magari stavi mangiando
e allora mi sono detto
sta mangiando, lasciala in pace.
Ho riscritto un messaggio
stavolta però te lo mando
magari stai mangiando o stai in bagno
oppure stai mangiando al bagno
è che te lo devo proprio mandare
certe volte, sembra assurdo, eppure così importante
ci tengo a noi e allora te lo scrivo
“Ricordati di comprare il latte”
—
Finché morte non vi separi
«L’amore è facile»
«Sì?»
«Sine, de solito funziona “Io te piacio tu me piaci”»
«Ah beh, vero»
«Più difficile sta’ ‘nsieme»
«Eh, vero»
«Però, d’altronde… tu me piaci, io te piacio… Stamo già a punto bono»
«Ah»
«Quinni… quinni niente… provamo a sta’ ‘nsieme»
«Uhm»
«Dubbi? Incertezze? Perplessità?»
«Solo uno»
«Dimme»
«No è che so’ sposata»