Scioperi, Garante: aziende valutino effettivo impatto astensioni
“Fenomeni di microconflittualità conseguenza di un’eccessiva
frammentazione della rappresentanza sindacale”
“L’eccessiva reiterazione degli scioperi, anche in brevi archi temporali, dimostra come nei servizi pubblici essenziali esso non rappresenti solo uno strumento di liberazione dal bisogno, o di emancipazione sociale, per la rimozione di ostacoli di ordine economico e sociale che limitano la libertà, l’uguaglianza e lo sviluppo dei cittadini (art. 3 della Costituzione); ovvero la tipica sanzione dell’ordinamento intersindacale, come lo definiva Gino Giugni. Piuttosto, lo sciopero viene talvolta utilizzato quale strumento di “accreditamento” o “legittimazione”, soprattutto per quei sindacati dall’incerta rappresentanza, e si sviluppa nell’ambito di una microconflittualità, spesso concentrata in alcuni settori, con riduzioni del servizio a volte superiori all’effettiva consistenza degli scioperi stessi”. È quanto sottolinea il Presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi, Giuseppe Santoro-Passarelli, in un passaggio della Relazione relativa all’attività del 2019.
“Tale conseguenza può essere riconducibile anche ad una certa incapacità, o mancanza di volontà, di Amministrazioni o Aziende di calibrare la soglia dei servizi minimi da garantire sull’effettiva consistenza dello sciopero. L’esempio più evidente si ha nel settore del trasporto pubblico locale: in alcune grandi città accade che, a seguito della proclamazione di sciopero, le aziende optino per la chiusura degli impianti, garantendo solamente la soglia minima di servizio, senza tener conto della consistenza delle organizzazioni sindacali proclamanti e dell’effettiva adesione che avrà lo sciopero.
È, invece, opportuno che il management a guida delle aziende che gestiscono servizi pubblici si assuma la responsabilità di formulare giudizi prognostici sull’impatto che può avere uno sciopero, sulla base dei dati raccolti nel corso del tempo, predisponendo, di conseguenza, servizi maggiori in caso di scioperi con prevedibili adesioni minime”, rimarca il presidente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali.
“Su questo aspetto, unito ad una migliore comunicazione all’utenza dei servizi garantiti in caso di astensione, da rendere con l’opportuno utilizzo delle nuove tecnologie – siti internet efficaci, applicazioni scaricabili sugli smartphones – la Commissione sta insistendo, nella precisa volontà di evitare l’effetto annuncio e fornire un’informazione preventiva sull’effettiva consistenza dello sciopero”, aggiunge Santoro-Passarelli.
“Tale problematica è resa evidente dagli accennati fenomeni di microconflittualità, come indubbia conseguenza di un’eccessiva frammentazione della rappresentanza sindacale che, a sua volta, pone in essere una proliferazione di scioperi, per lo più non di grandi dimensioni, ma diffusi ed attuati reiteratamente, anche in brevi archi temporali. Scioperi proclamati da sindacati scarsamente rappresentativi, ai quali aderiscono pochi lavoratori, ma che, tuttavia, spesso si rivelano meno governabili e, sotto il profilo del pregiudizio al servizio pubblico, realizzano un effetto vulnerante del tutto analogo a quelli con maggiori adesioni, proclamati dai sindacati più strutturati”, puntualizza il presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi.
La frammentazione della rappresentanza sindacale si consolida in un contesto economico sociale che vede una segmentazione dei processi produttivi, ad opera di imprese il cui modello è diverso rispetto a quello del ‘900. Un’impresa sempre più “piccola e flessibile”, con rapporti di lavoro altrettanto flessibili. Tale scenario ripropone l’esigenza di una rivalutazione dei corpi intermedi quali cinghie di trasmissione fra domande collettive e volontà politica”, conclude Santoro-Passarelli.
Opportuno rafforzare
ruolo Commissione garanzia
“Auspicabile qualche intervento di adeguamento,
da parte del legislatore, della Legge 146”
“L’unico intervento di riforma della legge 146 risale ormai al 2000. Sono passati 20 anni, nel corso dei quali, come si è detto, la fisionomia del conflitto collettivo ha subito un notevole cambiamento con l’evoluzione della complessità sociale. Qualche intervento di adeguamento da parte del legislatore sarebbe forse auspicabile”. È quanto scrive il presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi, Guseppe Santoro-Passarelli, in un passaggio della Relazione annuale relativa all’attività del 2019.
“Mi limito qui a segnalare l’opportunità di un rafforzamento generale del ruolo della Commissione di garanzia, con il conferimento ad essa, oltre alla possibilità di segnalare i profili di illegittimità, di un potere di differimento o di raggruppamento degli scioperi. Fermo restando l’attuale quadro legale in materia di precettazione, con i poteri di ordinanza riconosciuti al Governo e ai Prefetti, la prerogativa richiamata renderebbe più semplice ed efficace l’intervento della Commissione la quale, tra l’altro, per aver già svolto una propria attività istruttoria, ha ampia cognizione delle varie fasi del singolo conflitto in corso”, aggiunge.
“Anche nella fase di composizione del conflitto, può essere opportuno riconoscere alla Commissione un ruolo più incisivo, nella fase ex ante, con un suo più o meno diretto coinvolgimento in sede di procedure di conciliazione che già vedono l’intervento del Governo o dei Prefetti. Oltre che Autorità deputata alla vigilanza sul rispetto della normativa, la Commissione vuole essere, infatti, uno “strumento” di composizione del conflitto e di dialogo tra le parti sociali, un interlocutore istituzionale disponibile ad offrire la propria competenza, consolidata in 30 anni di attività, a disposizione di tutti i protagonisti delle relazioni industriali nei servizi pubblici essenziali”, conclude il presidente Santoro-Passarelli.