Sanità, inflazione e salari al centro dell’ultima puntata de “L’imprenditore e gli altri” su Cusano Italia TV
Sanità, inflazione e salari i temi principali al centro dell’ultima puntata de “L’imprenditore e gli altri”, trasmissione condotta da Stefano Bandecchi con il supporto in studio del rettore Fabio Fortuna e del direttore Gianluca Fabi, andata in onda lunedì 26 giugno su Cusano Italia Tv.
Tra gli ospiti intervenuti, Ivan Cavicchi, docente sociologia delle organizzazioni sanitarie e filosofia della medicina universitaria Ospedale Torvergata, Fabio De Iaco, Presidente nazionale SIMEO, Daniela Barbaresi, segretaria nazionale CGIL con delega alla Sanità, Giorgio Sarto, volontario della Sanità, e Dario Damiani, Senatore Forza Italia.
A proposito della criticità della sanità pubblica, Ivan Cavicchi ha dichiarato: “C’è un peggioramento costante che tende a cronicizzarsi, del resto i dati finanziari sono chiari. Il Governo ha deciso di sottofinanziare la sanità, ha deciso di ribadire i tetti alle assunzioni, cosa che equivale a tagliare le gambe alla sanità e non pago ha deciso di programmare un definanziamento nel tempo, quindi di dare sempre meno soldi. I fondamentali del sistema stanno entrando in crisi, siamo portati a credere che si stanno creando le condizioni per una privatizzazione della sanità, pur non avendo nulla contro il privato a mio avviso questo significa travolgere e compromettere l’art. 32 della Costituzione che descrive il diritto fondamentale alla salute che si garantisce solo con un servizio pubblico forte e ben finanziato”.
Per quanto riguarda la situazione dei pronto soccorso, Fabio De Iaco ha commentato: “C’è un problema organizzativo, se il pronto soccorso è un recipiente infinitamente capace e il personale è invece finito ed anzi, addirittura, in diminuzione è evidente che c’è una disparità numerica che dobbiamo superare con la buona volontà” mentre per Giorgio Sarto: “Io da decenni sto vicino ai cittadini più fragili, anziani o con patologie. Posso portare la mia testimonianza su cosa succede quando manca il medico di base, perché il medico di base è il primo elemento della sanità. Quando un medico di base dà le dimissioni e gli assistiti devono cercare un medico per sostituirlo, in una città come Milano accade qualcosa di delirante perché tutti quelli vicini erano saturi”.
“C’è la necessità di mobilitarci, come abbiamo fatto sabato a Roma con la volontà di fare sentire la voce dei cittadini e dei medici. Dall’articolo 32 in poi abbiamo conquistato il sistema sanitario nazionale ma oggi abbiamo bisogno di difenderlo e rilanciarlo perché va cambiato e fatto funzionare, per fare questo occorro finanziamenti e scelte governative pertinenti. Il ministro Schillaci ci ha riempito di auspici ma non si parla di risorse” gli ha fatto eco Daniela Barbaresi, che rispetto alla situazione critica della sanità ha aggiunto: “Il problema viene da lontano e sicuramente la situazione si è aggravata almeno un decennio prima della pandemia. Nei 10 anni precedenti alla pandemia, infatti, le politiche di austerity hanno sottratto al sistema sanitario nazionale 37 miliardi di euro, esattamente la stessa cifra che i cittadini spendono per pagarsi le cure. Questo significa che se io ho quei soldi mi posso curare, se non li ho devo rinunciare alle cure come stanno facendo 4 milioni di cittadini italiani. Questo determina una disuguaglianza e una ingiustizia, soprattutto perché i lavoratori dipendenti e i pensionati le tasse le pagano e hanno diritto ad un sistema sanitario nazionale. La politica di austerity ha portato a tagli al personale, tetti alla spesa sul personale. Oggi se il sistema sanitario nazionale non riesce a dare le risposte che i cittadini hanno il diritto di ricevere, è perché non c’è abbastanza personale. Servono scelte politiche coerenti a partire dalle assunzioni e dalla stabilizzazione del personale, oltre a rinnovare i contratti nazionali del lavoro”.
Alla domanda del conduttore, in merito ad una possibile soluzione della questione, Cavicchi ha commentato: “I soldi ci sono, bisogna fare le scelte politiche per allocarli. Ad oggi tutte le tutele assicurative sono incentivate dallo Stato, i fondi hanno delle agevolazioni fiscali. La mia proposta è di allocare queste agevolazioni fiscali sul fondo sanitario pubblico anziché privato, ci sarebbero 5 miliardi da riallocare. Inoltre le malattie e gli incidenti sul lavoro sono in aumento. Nonostante ci sia una legge nel nostro Paese la funzione di prevenzione non si fa più. Occorre una politica volta a incentivare la salute dei cittadini in modo da alleggerire le spese”.
Inflazione, salari e il meccanismo della scala mobile al centro dell’intervento del Senatore Dario Damiani: “Il meccanismo automatico della scala mobile è stato buttato in soffitta già da tanto tempo. In un momento difficile come questo non si sconfigge l’inflazione attraverso una ricorsa. Una spirale di salari che rincorre l’inflazione. Si rischia di generare un meccanismo che non avrà mai fine”.
La fiammata dell’inflazione è arrivata dall’aumento dei prezzi prodotti energetici e nell’ultimo si è trasferita soprattutto sui prodotti agroalimentari. Nel settore del legno è stato raggiunto un accordo tra sindacati e imprese per adeguare i salari dei lavoratori all’inflazione, la cosiddetta scala mobile. “Lodevole l’accordo nel settore del legno – commenta Damiani. Ma bisogna fare attenzione. Non ho condiviso l’aumento dei tassi da parte della Bce e della Fed per raffreddare l’economia ma è uno strumento che è servito a fermare l’inflazione galoppante. Ci sono oggi altri strumenti che il governo sta mettendo a disposizione delle aziende per sostenere i lavoratori che vivono un momento di crisi. La rincorsa dei salari all’inflazione è un meccanismo pericoloso”.
L’aumento dei tassi di interesse deciso dalla Banca Centrale Europea rischia di rallentare la crescita economica. “Il governo da subito – spiega il senatore azzurro – fin dalla manovra finanziaria, ha inserito una misura del cosiddetto switch automatico da tasso variabile a tasso fisso dei mutui soprattutto per le famiglie. Io personalmente ho proposto al governo di sostenere anche con un fondo la differenza tra quello che può essere un tasso normale (2-2,5%) e il 4%. Un fondo per famiglie e imprese per sostenere l’aumento dei tassi che la Bce ha messo in campo per raffreddare l’economia”.
L’inflazione è causata da un aumento prolungato e generalizzato dei prezzi. Secondo il Fondo Monetario Internazionale la situazione dell’area euro è da imputare ai profitti delle aziende anziché ai salari dei lavoratori. “In questo momento è in atto una tempesta perfetta. La pandemia ha chiuso l’Italia e ci siamo indebitati. Poi è arrivata la guerra russo-ucraina che ancora oggi ha messo in sofferenza i generi alimentari. Mettiamoci anche la siccità e l’alluvione. Nonostante il momento difficile il nostro Paese grazie al turismo e a una serie di altri fattori sta avendo un aumento dell’occupazione e questo fa ben sperare”, conclude Damiani.