Pnrr, Delle Site (Giovani UCID): ”Per non perderlo renderlo sussidiario”
“Il Pnrr inizia a scontare il proprio peccato originale, quello di aver pensato nello scriverlo che la macchina amministrativa pubblica italiana, sostanzialmente da sola, sarebbe riuscita a impiegare in pochi anni le ingenti risorse attraverso un approccio dirigista e statalista, divenuto l’opzione preferenziale della maggior parte dei governi durante la pandemia” lo afferma in una nota Benedetto Delle Site, presidente nazionale dei giovani imprenditori e manager cattolici dell’Ucid (Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti).
“Benché si tratti di un piano con una dotazione superiore a quella del Piano Marshall, il Pnrr a confronto rischia di avere un impatto decisamente più marginale sull’economia italiana – sottolinea il presidente nazionale del Movimento Giovani dell’Ucid – rischiamo cioè di vedere sprecata una grande occasione di rilancio per l’Italia e per l’Europa che potrebbe minare la stessa credibilità dell’Unione Europea, proprio in un momento in cui la vicende geopolitiche e i conflitti ai suoi confini richiederebbero maggiore unità e credibilità”.
“La sfida però non è ancora persa e il 2023 sarà un anno cruciale – continua Delle Site – occorre però che il Governo imbocchi chiaramente la strada della sussidiarietà e del partenariato pubblico-privato. Furono le forze vitali della società con il loro dinamismo a generare nel secondo dopoguerra il boom economico, la creatività e il genio di molti imprenditori grandi e piccoli e di manager illuminati. Occorre che il Pnrr faccia da stimolo affinché siano sbrigliate le migliori energie dell’autonomia privata.”
“Quindi più utilizzo del Ppp, il Partenariato pubblico privato, nelle opere strategiche, maggior ricorso alla canalizzazione dei risparmi privati verso i nuovi investimenti, anche per andare oltre il 2026, infine – conclude Delle Site – una più estesa sana applicazione del principio di sussidiarietà, senza moltiplicare l’apparato burocratico e senza ritrasformare l’apparato pubblico in uno Stato assistenziale che mortifica la libera iniziativa responsabile. Il Governo faccia propria, anche attraverso la delega per la riforma del fisco, l’idea-forza della sussidiarietà fiscale. Debbono essere i contribuenti, imprese e famiglie, a destinare le loro risorse scegliendo finalità determinate ritenute anche dall’autorità pubblica prioritarie per il bene comune e quindi fruendo di detrazioni e deduzioni fiscali previste per questo, che consentano in un sol colpo di contenere la pressione fiscale e il debito pubblico coinvolgendo tutti in uno sforzo comune che valorizzi i talenti e le capacità.”