Pietro De Leo (Il Tempo) “Conte nel ruolo del Duca Conte della Megaditta di Fantozzi”
“E’ mancato il linguaggio, la politica, il discorso politico e un’iniziativa politica forte. I veri politici servono a questo”
Pietro De Leo, giornalista del quotidiano “Il Tempo” e commentatore televisivo, in un’intervista per il quotidiano online “laNotifica.it” definisce la gestione dell’emergenza da parte del governo “molto fantozziana. Conte – spiega – ha scambiato il suo ruolo come quello del Duca Conte della Megaditta di Fantozzi, come nel famoso film”. Il premier “si è posto agli italiani non in una posizione di leader e di condottiero, ma di capo che dà gli ordini e tutto questo ha avuto degli effetti molto deficitari. Il popolo giustamente ha preso in carico il suo onere – cioè quello di stare a casa per due mesi – ma, nel frattempo, sono mancate molte cose. Sono mancate le mascherine in una copertura sufficiente, sono mancati i tamponi, sono mancate le coperture economiche delle misure, mentre le imprese cominciavano a soffrire in maniera molto dolorosa. E’ stata una gestione – ribadisce De Leo – molto lacunosa dal punto di vista pratico, e dal punto di vista politico. E’ mancata la politica e il linguaggio della politica. Avremmo voluto ascoltare un presidente del Consiglio in grado davvero di parlare all’anima profonda di questo Paese che ha tanto di buono e che si sta sacrificando tanto. Avremmo voluto ascoltare un ministro dell’Istruzione parlare a quel popolo della scuola, ai genitori, agli studenti, agli insegnanti, invitandoli a dare il meglio di loro stessi nel momento del terremoto sociale e della quotidianità. Tutto questo non è avvenuto. Abbiamo ascoltato soltanto degli ordini di servizio. Conte li ha dati anche con un certo piglio burocratico, senza però avere nel discorso quel respiro ampio che dovrebbe avere un leader che guida il Paese in un momento di grande tempesta”.
Secondo il giornalista del “Tempo” ci attende “una società rallentata, perennemente in coda. Credo – chiosa De Leo – che di fronte ad un rallentamento che è fisiologico perché dobbiamo combattere il contagio, bisogna eliminarne un altro, cioè quello della burocrazia, del gigantismo della pubblica amministrazione, del gigantismo degli oneri e soprattutto del gigantismo fiscale. Se non lo facciamo sarà una società veramente rallentata e noi dobbiamo correre, dobbiamo riprendere a produrre, a lavorare e anche a far girare i soldi e i consumi”.
Infine avverte: “La prossima dinamica geopolitica si baserà molto sulla ricerca, sulla capacità di stare sul pezzo, di prevedere eventuali nuove pandemie la cui minaccia esiste. Dobbiamo essere pronti a governare questa dinamica”.