NOMINE RAI: IL CASO ANDREA DI CARLO SCATENA UN TERREMOTO AI PIANI ALTI DI VIALE MAZZINI
Sarà un colpo di scena voluto o casuale, quello che ieri ha investito come un fulmine a ciel sereno la Rai, con lo scandalo legato al programma di Serena Bortone “Oggi è un altro giorno” sulla prima rete che vede coinvolto Andrea Di Carlo, uno degli autori ma anche manager di moltissimi personaggi invitati come ospiti alla trasmissione? O si tratta di pura strategia per le nuove nomine Rai previste oggi?
A far scoppiare il caos è stato Michele Anzaldi, membro della Commissione di Vigilanza della Tv di Stato in quota Italia Viva, che ha dichiarato: “Come è possibile che un agente dello spettacolo sia anche autore di una trasmissione che ospita puntualmente artisti assistiti dalla sua società? E’ il caso di Andrea Di Carlo, autore della trasmissione pomeridiana di Rai1 ‘Oggi è un altro giorno’ condotta da Serena Bortone e titolare dell’agenzia dello spettacolo ‘Adc management’, i cui artisti sono stati più volte ospiti del programma. Siamo di fronte ad un gravissimo trionfo del conflitto di interessi, proprio mentre la Rai è tenuta ad applicare e rispettare la Risoluzione contro i conflitti di interessi di agenti e conduttori“.
A dire il vero, questo conflitto di interessi di Di Carlo era oggetto di chiacchiericcio nei corridoi di viale Mazzini da tempo, ma il parlottare tra un caffè è l’altro non è detto che poi corrisponda alla realtà.
Come il suo ingresso, lo scorso anno, in qualità di responsabile risorse ospiti del contenitore “Vieni da Me” (cancellato in questa nuova edizione proprio per dare spazio al talk della Bortone), avvenuto da un momento all’altro a programma già iniziato e senza troppe spiegazioni.
Ma non sono solo gli episodi in Rai che hanno fatto pensare che questo giovane ragazzo, Andrea Di Carlo, o fosse incredibilmente in gamba o avesse qualche Santo in Paradiso. Già ai tempi in cui divenne il responsabile unico di tutti i concorrenti nel Grande Fratello del 2015 lo aveva portato a un’esposizione nel settore piuttosto importante.
Tuttavia nessuno, in quel caso, obbiettò nulla visto che lo stesso modus operandi era già passato per le mani di altri due importanti manager, tra cui Luca Casadei proprio tre anni prima. Endemol, che produce il reality show su Canale 5, d’altra parte, è una realtà privata e può stringere accordi con chiunque. Ma non la Rai, che è Servizio Pubblico.
Quello che oggi in tanti definiscono un enfant prodige, vista la sua scalata nel mondo dello spettacolo e della tv avvenuta in così pochi anni di esperienza (ricordiamo che lui è il manager italiano, fra gli altri, dell’attore turco Can Yaman, fra i volti più richiesti e contesi nei programmi di punta sia della Rai che di Mediaset), rischia però di bruciare in pochi giorni quanto costruito fino a qui.
E’ vero che le dichiarazioni di Anzaldi all’AdnKronos su Di Carlo e sui suoi possibili conflitti di interesse con la tv pubblica (è un’accusa diretta di Anzaldi) sono stranamente vicini di poche ore alle nuove nomine dei posti di pregio Rai. E questo scandalo, visto che l’azienda è di fatto gestita largamente dai 5 Stelle che hanno improntato la loro politica sullo slogan “Giù le mani dei partiti dalla Rai” (salvo poi aver dato potere a dirigenti quasi tutti grillini), l’affaire conflitto di interessi potrebbe pesare e non di poco.
Tuttavia un aspetto cruciale va chiarito. Se è vero quanto dichiarato da Anzaldi, al di là del tema politico va affrontato quello etico. Anche se oggi parlar di etica può sembrare una barzelletta. Andrea Di Carlo davvero ha tutto questo potere? Chi glielo da? E’ vero che nella trasmissione della Bortone su Raiuno ha un pieno conflitto di interessi? E come mai nessuno lo ha mai dichiarato prima? E il direttore di Raiuno Stefano Coletta, che pare abbastanza in confidenza con Di Carlo, perchè se questa cosa fosse vera ha autorizzato un rapporto di lavoro che viene bandito proprio dal regolamento interno al Servizio Pubblico?
Domande che forse non avranno una risposta, ma certamente qualche notte insonne ai diretti interessati l’hanno procurata.