Molise, nuova meta del tartufo in Italia
Regione possiede 40% raccolta nazionale
Territorio può contare su un prodotto molto pregiato
perché area regionale è lontana da infiltrazioni ed inquinamento industriale
Secondo il progetto enogastronomico MoliseFood la produzione è di 50 quintali tra bianchetto e altri,
mentre è tra i 30 e 70 quintali quella di bianco. Quella del nero estivo è di 300 quintali all’anno
Cresce come destinazione di raccolta per il tartufo la regione Molise, configurandosi sempre più la nuova meta dei cavatori e degli appassionati. Una tendenza, ancora non chiaramente emersa, ma che “rischia”, nel lungo termine, di fare ombra anche alla più nota e famosa Alba in Piemonte: ad oggi, infatti, il Molise possiede il 40% della raccolta nazionale di tartufo e l’80% della produzione va all’export. Un dato economico poco conosciuto e con un valore molto importante perché può contare su un prodotto molto pregiato che poche altre regioni possono avere: il Molise è infatti lontano da ogni infiltrazione ed inquinamento industriale. È il trend di mercato che registra e comunica “MoliseFood”, progetto di promozione di qualità enogastronomica e turistica finalizzato a far conoscere il “Made in Molise”, con sviluppo occupazionale nei prossimi mesi: possibilità che potrà dare una boccata d’ossigeno all’economia regionale e nazionale in questo periodo di emergenza sanitaria causata dal Covid-19.
Il progetto imprenditoriale “MoliseFood”, nato due anni fa con il coinvolgimento di circa 20 aziende agricole e un paniere di prodotti di eccellenza enogastronomica e identitari della regione, può contare su un attuale piano di sviluppo che vede tre store enogastronomici aperti a Roma e un quarto in dirittura di arrivo nella zona Parioli della Capitale, con l’obiettivo di espandersi in Italia (Milano, Bologna), Europa (già attivo un punto vendita in Spagna, a Siviglia) e negli Stati Uniti, senza dimenticare il mercato cinese, nel rispetto delle norme che regolano l’emergenza sanitaria.
Dal report di “MoliseFood” emerge che nel territorio molisano la produzione di tartufo è di 50 quintali tra bianchetto e altri, mentre è tra i 30 e 70 quintali quella di bianco. Quella di tartufo nero estivo è di 300 quintali all’anno. Dal punto di vista territoriale, il tartufo bianco è molto frequente nelle vallate umide situate nelle zone più interne di Isernia e Campobasso. In particolare, le zone più note per la presenza di tartufo bianco sono Carovilli, S. Pietro Avellana e Capracotta, nella provincia di Isernia, e Bojano nella provincia di Campobasso.
Nelle zone più asciutte del Molise si raccoglie invece lo Scorzone, tartufo con forma globosa, con l’esterno detto scorza nera con verruche a forma di piramidi rigate in maniera trasversale. La polpa varia dal colore nocciola chiaro al bruno ed è attraversata da numerose venature bianche. Nella stessa zona di trova anche l’Uncinato, tartufo di colore nero con verruche a forma di piramide, la polpa è inizialmente biancastra poi diventa di colore nocciola e infine brunastra.
Un trend in continua crescita e “buona parte degli 87 ristoratori di origine molisana che operano a Roma – riferisce Francesco Caterina, direttore generale di MoliseFood – ha scelto i nostri negozi per acquistare il tartufo”.