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Micaela Ramazzotti: “Io e Anna”

Per la sua prima volta al Giffoni Film Festival, Micaela Ramazzotti stringe la mano di sua figlia Anna. Ma è difficile scommettere su chi sostenga l’altra

Il ruolo di Donatella nel film “La Pazza Gioia”, insignito nel 2017 di cinque Nastri d’Argento e altrettanti David di Donatello, ha segnato uno spartiacque nella sua carriera: “Ho amato tutte le donne storte che ho interpretato. Vivono contesti difficili ma hanno una grande sensibilità. Per prepararmi a questi ruoli ho spesso frequentato strutture psichiatriche e lì, pur nel dolore, ho trovato sempre comprensione, mi sono sentita capita”. Micaela Ramazzotti, ospite per la prima volta del Giffoni Film Festival, con il suo lavoro piccona il muro dell’indifferenza e dello stigma che ancora grava sulla salute mentale: “Negli ultimi due anni soprattutto, il disagio psichico è aumentato; bisogna parlarne, non avere paura di chiedere aiuto e sapere che esiste una rete di persone pronta ad accogliere e aiutare”.

La stagione che verrà, la vedrà impegnata su più fronti; tra la serie The Good Mothers per Disney Plus (in cui presta i panni a Lea Garofalo) e l’esordio da regista con Felicità, Micaela Ramazzotti reciterà al fianco di Riccardo Scamarcio nel film L’Ombra di Caravaggio, diretto da Michele Placido:  “Io interpreto Lena, la musa di Caravaggio”, anticipa, “E’ una prostituta, lui la incontra per strada e in lei vede la Madonna”. E conclude: “La forza di Caravaggio era proprio questa: che riusciva a vedere l’anima degli invisibili”.

Qualcuno le ha chiesto in quale film o serie tv le piacerebbe vivere. Ma la verità è che Micaela Ramazzotti, in qualche modo, il suo film lo ha già vissuto: “In Il Nome del Figlio di Francesca Archibugi interpretavo una scrittrice di best-seller incinta. Sul set ero incinta, e alla scena del parto insieme alla regista abbiamo deciso di filmare il mio vero parto”. Un’esperienza incredibile, cortocircuito tra la dimensione reale e narrativa. Ricorda Ramazzotti sorridendo: “Con tutta la morfina che avevo in corpo, sono comunque riuscita a dire addirittura una battuta – E’ femmina! – “.

E’ femmina, si chiama Anna e per tutta la durata della conferenza stampa stringe la mano alla sua mamma, ma è difficile scommettere su chi delle due sostenga davvero l’altra. Vuole fare la fumettista (“Siamo pazze di Zerocalcare”, conferma Micaela) e sul lavoro della mamma dice: “Ero sul set quando hanno attaccato i pezzi del suo ultimo film (durante il montaggio, ndr.)”.

A proposito di “prime volte”, Micaela Ramazzotti ha ancora stampate in testa le parole che le disse Carlo Verdone il primo giorno di set di “Zora la vampira”: “Mi disse – Vai e spacca tutto – e lo apprezzai molto perché riuscì a parlare col mio linguaggio”. Ma le parole possono anche ferire: “Il giudizio degli altri? Lo accolgo. E’ impossibile pensare di fare questo lavoro senza leggere cosa scrivono o ascoltare cosa pensano di te. Ogni critica impone sempre una riflessione, è sempre occasione di crescita. Se ti dicono sempre brava, vuol dire che qualcosa non va”.

 

Riccardo Manfredelli