MARIA BOLOGNA: DOPO IL COVID MONTECARLO MIRA AL FUTURO
Fa un certo effetto guardare alle 16 del pomeriggio il celebre Café de Paris, nella piazza del Casinò di Montecarlo, chiuso. Un luogo turistico fra i più rinomati del Principato, che trasuda storia e tradizione nel piccolo paradiso che sorge in Costa Azzurra.
Però il Covid anche qui ha mietuto le sue vittime e i contagi, nonostante i numeri siano più confortanti rispetto ad altre zone della Francia, non si sono mai fermati. Ecco perché il Principe Alberto, in linea con tutto il resto dell’Europa, ha firmato un’ordinanza valida fino al 27 gennaio (l’equivalente di un nostro DPCM), per contenere il virus.
Le sale da gioco sono aperte (e più affollate del solito) solo fino alle 19, così come i ristoranti degli hotel (gli altri sono chiusi) che però sono accessibili solo con prenotazione e in orari specifici della giornata. Perché anche Montecarlo ha stabilito un coprifuoco e limitato l’accesso ai non residenti, in modo da tutelare la salute pubblica dei sudditi di Sua Altezza Serenissima.
Ne parliamo con la giornalista Maria Bologna, direttrice sia del giornale online QE Magazine, sia della prestigiosa agenzia di stampa monegasca AMP.
Direttrice, lei che Monaco la conosce bene, ci spiega come il Principato sta affrontando il Covid anche in questa seconda ondata?
Monaco si è distinta fin da subito rispetto a tutto il resto d’Europa. Questo anche perché il Principato è autonomo sia dal punto di vista legislativo sia normativo. Le regole di contenimento del Covid-19 non hanno penalizzato l’intrattenimento e la cultura, come invece è accaduto altrove. Novembre e dicembre sono stati due mesi intensi per le attività culturali, poiché il nostro Sovrano ha permesso l’organizzazione di eventi addirittura a partire da 5 euro.
Scusi 5 euro un evento a Montecarlo?
Sì, ha capito bene. Così ci siamo ritrovati che alcuni appuntamenti che prima costavano a testa un sacco di soldi, erano accessibili a tutti. E questo per far vivere gli eventi e non riporli nel cassetto.
Ed è cambiato qualcosa da gennaio?
Considerando la vicinanza alla Francia e l’affollamento anche di tante persone italiane, viste le regole sanitarie imposte dai vari Paesi, il Governo di Monaco ha deciso che almeno per il momento l’entrata nel Principato è limitata ai soli residenti e a chi è in possesso di un permesso di lavoro. Questa disposizione è mirata a proteggere chi abita qui, chi qui ci lavora o raggiunge Montecarlo per ragioni turistiche.
Quindi anche i ristoranti non sono più accessibili?
Purtroppo no, perché fino al 10 gennaio era tutto aperto e accessibile, ma visto che in Francia le attività erano chiuse, si rischiavano incidenti diplomatici. Per cui ora, e fino al 27 gennaio, i ristoranti restano con le serrande abbassate e i bar, durante il giorno, quelli aperti ovviamente, servono solo per l’asporto senza la possibilità di sosta.
Come siete messi con le vaccinazioni?
Per volere del Principe sia Astrazeneca che Moderna forniranno Monaco. Il primo lotto di 5000 dosi sono arrivate la scorsa settimana (nel dato aggiornato al 2018 gli abitanti del Principato erano 38.682 ndr). E per la distribuzione esiste un protocollo: prima le RSA, poi gli Over 85, poi Over 75, personale medico e sanitario e professionisti che hanno a che fare con il pubblico. E, ovviamente, su base volontaria.
I Principi saranno fra gli ultimi a essere vaccinati?
Secondo questo protocollo sì. Se poi si considera che il Principe Alberto si muove e lui il Covid lo ha avuto, avendo gli anticorpi in graduatoria entrerà per ultimo.
E secondo lei Maria come sarà Montecarlo nell’era post Covid? Tutto tornerà come prima o qualcosa cambierà?
L’ufficio del turismo ha lanciato una campagna intitolata #Reevent, dove si parla di un nuovo turismo più responsabile, ecosostenibile e digitale. Perché molti eventi possono essere organizzati a distanza e il Grimaldi Forum si sta attrezzando per questo. Secondo me è anche un modo per fare reset di tutto quello che c’è stato e reinventarsi e riproporsi in maniera molto più moderna.
ANDREA IANNUZZI