Luca Varani: 6 anni fa l’atroce delitto che sconvolse Roma
E’ uno degli anniversari più tristi e drammatici della cronaca italiana. Era il 4 marzo 2016 quando Luca Varani veniva brutalmente ucciso per mano di Marco Prato e Manuel Foffo, in un appartamento di via Igino Giordani a Roma, nel quartiere del Collatino.
Un delitto che è apparso subito ambiguo, senza movente, e commesso con una tale crudeltà da fare impallidire tutti i migliori registi di film horror del mondo. Tanto che nei mesi scorsi a 6 anni dalla tragedia, è trapelata la notizia di una possibile fiction su Sky che ripercorra i momenti cruciali di questa vicenda spaventosa.
Marco Prato e Manuel Foffo, entrambi amici, quasi coetanei, tutti e due provenienti da famiglie benestanti, si ritrovano il 1 marzo del 2016 nell’appartamento di quest’ultimo, dove cominciano un festino a base di droga e alcol.
Per tre giorni non fanno che sniffare coca, senza mai dormire, invitando uno alla volta alcuni amici e conoscenti per unirsi ai “festeggiamenti”. Prato è un pr conosciuto nel mondo della Roma Night, mentre Foffo è figlio di un imprenditore.
I due si conoscono al sera del 31 dicembre a capodanno, e fra un drink e l’altro, fanno sesso; Marco è dichiaratamente omosessuale, la cui passione sono i travestimenti femminili e gli eterosessuali. Foffo è uno studente universitario a cui piacciono le ragazze. Eppure fra i due qualcosa di molto intimo accade.
Si ritrovano ai primi di marzo nell’appartamento di Manuel Foffo in via Igino Giordani, ignari che dopo pochi giorni si sarebbero trovati in cella, per un efferato omicidio di cui si sono assunti la paternità e la responsabilità.
Dopo che in quel “maledetto” appartamento erano sfilati amici e conoscenti senza che succedesse nulla, e dopo un giro notturno per le strade di Roma alla ricerca di qualcuno a cui fare del male (come confessato dai due), la coppia riesce a convincere il meccanico Luca Varani (che Prato già conosceva) ad andare a trovarli per creare il giusto diversivo al festino.
Quello che non è mai stato chiarito per davvero è come i due siano riusciti a trascinare Varani nell’appartamento e lo abbiano portato a drogarsi con loro, bere un cocktail con una sostanza allucinogena per poi torturarlo fino a farlo morire dissanguato.
Si sono fatte le ipotesi più fantasiose: dall’ipnosi per via di una forza malvagia nell’appartamento e nella Capitale in quei giorni, come scritto nel libro “La Città dei Vivi” da Nicola Lagioia, ai due in preda alle sostanze stupefacenti (peccato, però, che la lucidità per recidere le corde vocali alla vittima onde evitare che urlasse non è mancata), fino alla presenza di una quarta persona assieme a loro come scrissero le cronache di allora.
Un delitto senza movente e i cui contorni restano poco chiari. Se Manuel Foffo, il primo a costituirsi, aveva fornito una versione che addossava sia a lui che a Marco Prato la responsabilità dell’omicidio (più di 100 tra coltellate e martellate inferte sul corpo di Varani), quest’ultimo invece addossava buona parte della colpa a Foffo.
Prato, tuttavia, dopo un anno di detenzione e a pochi giorni dall’inizio del processo di primo grado (Foffo fu condannato a 30 anni di carcere a seguito del rito abbreviato), si tolse la vita. Anche in questo caso una tragedia per molti strana e ricca di fatti inspiegabili.
A 7 anni da quella notte maledetta del 4 marzo 2016, il caso continua ad appassionare milioni di persone in tutto il mondo e a essere oggetto di inchieste, programmi tv e libri di testo. Cosa sia successo per davvero non si sa, e forse non si saprà mai. Quel che è certo è che il delitto Luca Varani resterà una ferita nel cuore di Roma che difficilmente si rimarginerà.
ANDREA IANNUZZI