Le “energie buone” della Val di Noto
La Fondazione di Comunità Val di Noto persegue la vocazione imprenditoriale attraverso bandi e iniziative diverse mediante i quali individua e sostiene le “energie buone” del territorio, anche in maniera diretta come – ad esempio -l’incubatore di nuove imprese Eureka. Ne parliamo con il suo presidente, l’avvocato Giovanni Grasso. Quali sono le realtà che hanno dato vita alla Fondazione? “I soci fondatori della Fondazione di Comunità Val di Noto sono stati l’Arcidiocesi di Siracusa, la Diocesi di Noto, la Banca popolare Etica Società Cooperativa per azioni, Fondazione Sant’Angela Merici onlus, L’Arcolaio Società cooperativa sociale, Isituto Gestalt Therapy – H.C.C. – Human Communication Center- Kairos Srl, Don Giuseppe Puglisi associazione di volontariato, Don Giuseppe Puglisi società cooperativa sociale onlus, Fondazione Madre Teresa di Calcutta onlus, Cooperativa sociale Shaqed, Associazione Piccoli fratelli onlus, “Si può fare” cooperativa sociale onlus, “Centro di ascolto e di accoglienza” associazione di volontariato”.
Inizialmente quali problematiche intendeva risolvere? Di quali aree?
“Il territorio in cui opera la Fondazione è incredibilmente ricco di storia e umanità, ma allo stesso tempo sperimenta gli effetti di una cronica crisi sociale dovuta alla mancanza di lavoro, alla emorragia di giovani che emigrano per avere un futuro migliore, alla scarsità dei servizi ed alla mancanza di infrastrutture. La Fondazione nasce con l’idea di rafforzare i percorsi di accompagnamento, le “ripartenze” come sono state chiamate, di quanti sono rimasti indietro per condizioni familiare difficili, per scelte di vita sbagliate, per essere caduti di fronte le difficoltà che la vita ci pone”.
Come si è sostenuta e si sostiene?
“Per i primi anni la Fondazione ha potuto contare su cospicue donazioni dei suoi principali soci fondatori (le due diocesi di Siracusa e Noto) sul sostegno della Fondazione Con il Sud e sul contributo di Caritas italiana nel quadro di interventi sistematici contro la povertà. Adesso la Fondazione ha rivolto la sua attenzione alla partecipazione ai bandi nazionali pubblici e privati”. Attraverso quali progetti i risultati si sono concretizzati? “La Fondazione ha sino ad oggi promosso e sostenuto oltre 110 progetti riconducibili a tre ambiti d’azione: il welfare, l’inclusione e la coesione sociale, i progetti di economia sociale e solidale. Ad oggi gestiamo 8 cantieri educativi, lavoriamo nelle carceri, finanziamo case famiglia, ricoveri per senza tetto, mense per i poveri, centri di aiuto alle famiglie e centri di ascolto sparsi su tutto il nostro territorio”.
In particolare, quali le iniziative tese soprattutto a sostenere l’imprenditoria sociale?
“Abbiamo cominciato dalla cosa più semplice: finanziare una cooperativa sociale che già lavorava a progetti di inserimento lavorativo di detenuti all’interno del carcere ad espandere la propria attività nell’accompagnamento lavorativo al di fuori del carcere. Da lì è nata una linea di erbe aromatiche tipiche dei monti Iblei (rosmarino, timo, salvia, origano ma anche sale privatizzato e molto altro ancora) commercializzate dalla cooperativa sociale l’Arcolaio con il marchio “Frutti degli Iblei” (https://www.arcolaio.org/it/17-sali-condimenti-erbe) Abbiamo poi aperto “Eureka”, il primo Incubatore di Imprese della provincia, accompagnando decine di ragazzi da 22 ai 37 anni nel trasformare la loro impresa da idea a realtà. Nel 2018, visto che molte delle imprese che aveva contribuito a nascere realizzavano prodotti o erogavano servizi idonei ad essere venduti ai turisti, abbiamo aperto un ufficio di informazioni turistiche nel pieno centro storico della città con annesso Bookshop nel quale vengono venduti prodotti e servizi delle nostre startup e delle cooperative vicine alla Fondazione. All’interno dello stesso ambito rientrano diversi progetti di alternanza lavoro”.
La pandemia ha fermato o mutato i vostri progetti?
“Certo la pandemia ha assestato un duro colpo a tutte le attività della Fondazione, obbligandola a sospendere quasi tutte le attività in corso, a rinviare l’avvio di nuovi progetti ed a concentrare la propria attività sui progetti che potevano avere un impatto immediato su un territorio in fortissima difficoltà. Tutta la filiera del turismo è andata in sofferenza e con essa alcune delle startup che avevamo contribuito a far nascere. L’epidemia per converso ha consentito alla Fondazione di avere più tempo per valutare l’impatto di quanto fatto sino ad ora, di ripensare alcuni percorsi e di pianificare al meglio le attività future”.
Anche voi siete tra i soggetti promotori del bando avviato dalla Fondazione di Comunità di Messina rivolto ad aspiranti imprenditori e imprese già costituite. Che cosa vi attendete?
“Oltre ad aspirare a presentare almeno cinque o sei imprese che possano puntare ad ottenere il grant e l’accompagnamento del bando di cui sopra abbiamo dato il nostro contributo nel rafforzare questa alleanza tra fondazioni coinvolgendo le Fondazioni di Comunità nel meridione (da quella di Messina a quella Salernitana, da quella di Agrigento e Trapani a quella del Salento fino a quella del Centro Storico di Napoli) nell’ultimo bando che abbiamo emesso pochi giorni fa dal titolo “Eureka 3.2 – Tourist Edition”, in collaborazione con Civita Sicilia srl – operatore di primissimo piano nel campo della gestione di beni culturali e servizi collegati – per la selezione di nuove imprese (con sede nei territori delle citate Fondazioni di Comunità) che vogliano scommettersi nella produzione di artigianato di qualità e di prodotti che possano essere venduti nella serie di negozi che fanno capo alla Fondazione ed a Civita Sicilia srl. Oltre ad un accordo per la distribuzione dei loro prodotti in una rete di negozi dalla grande visibilità i vincitori potranno aspirare a percorsi di accompagnamento nello sviluppo della loro idea di impresa o aspirare all’accesso a canali di microcredito dedicato”.
(ITALPRESS).