Il genovese Mattia Semeria è Il Più Bello d’Italia
Una Finale Nazionale da ricordare, quella del “Più Bello d’Italia” di Silvio Fasano conclusa domenica a mezzanotte a Borghetto Santo Spirito e vinta, meritatamente, dal genovese Mattia Semeria.
Almeno per tre motivi. L’evento tornava in Liguria dopo molti anni, e la massiccia adesione di pubblico – centinaia, ma ben distanziati, anche sul lungomare, nel rispetto delle norme di sicurezza – ha premiato la regia organizzativa congiunta di Fasano e del suo staff (Fabio Fallabrino, Max Giusio e Giancarlo Ramello) del Comune e dell’Associazione “Vivi Borghetto”, con tre ore di bellezza, tanti VIP, musica e muscoli tra urla e commenti trepidanti. Poi, una giuria qualificata, tutta al femminile, composta da vere esperte (molte modelle e Miss di livello internazionale) che hanno offerto valutazioni severe, ma motivate e giuste.
Infine, la pietra tombale su dubbi, voci e vocine, diffidenze immotivate: i concorsi per soli maschi, se sono ben organizzati, funzionano. Eccome. La gente, alla fine, diceva: “Ci siamo proprio divertiti”. Famiglie, bambini, ragazze con la pelle d’oca a commentare bicipiti, deltoidi e dorsali guizzanti. Ma anche prove di talento, canzoni a cappella, coreografie originali. Mattia Semeria (il vero cognome per esteso, all’anagrafe, è Semeria De Regibus) ha colpito subito, sin dai passaggi del mattino, le giurate. Quasi un metro e novanta. Viso virile, definizione muscolare da manuale di anatomia. Fa l’autista di mezzi di trasporto pubblico nel capoluogo ligure, e ne fa motivo di orgoglio. Un lavoro sicuro, che fa stare tra la gente, ma il tempo libero è tutto con la fidanzata e poi in palestra a sudare: Allenamenti duri e costanti, quasi quotidiani. E’ la prima vera esperienza in passerella – anche questo lo racconta a Edoardo Raspelli, che con la madrina di quest’anno, la modella e influencer Nina de Caprio, ha animato la serata – ma la voglia di provare anche nella moda e nel mondo dello spettacolo è tanta. Come si sente ad esser stato stravotato? “Non lo ritenevo possibile, davvero. Mi fa piacere e credo sia anche una iniezione di entusiasmo di cui avevo bisogno”.
E’ felicissimo anche Silvio Fasano, l’immarcescibile patron del concorso originale dal 1979, tornato alla grande sulle coste del Mar Ligure con una serata che ha davvero colpito per qualità organizzativa, serietà e poliedricità delle proposte (da segnalare l’ottima Barbara Morris, che ha presentato le tante fasi del palinsesto) ma soprattutto per aver dato modo a tanti ragazzi, provenienti da tutta la Penisola (persino tre siciliani) di trascorrere in un clima sereno ed amichevole un evento che torna ad essere un fenomeno di costume unico e speciale, nonostante le tante maldestre imitazioni che si sono susseguite negli anni. Attribuite nel corso della serata anche le altre fasce storiche del Concorso: “L’ Uomo Ideale” (Enrico Cardone, di Albenga), il Volto per lo Sport (al giovanissimo Davide Bosticco, di San Damiano D’Asti, scoperto dal popolare talent scout JC Teddy, e che ha colpito tutti per la sua straordinaria storia, da ragazzino obeso e bullizzato ad Adone supercorteggiato, era evidente l’invidia del Re del Gastrogiornalismo nazionale, Raspelli, anche lui divertito reduce dei “quaranta chili fa”), il Più Bello per il Talento (il simpatico Gabriel Leonardi, carrarese: anche il papà era stato finalista nel 1984), e poi un Volto per la Moda (il pugliese Alessio Marti), un Volto per la TV (Francesco Serio) e un Bello per il Cinema, il bolognese Simone Minni. Nel corso della serata, con parlamentari ed amministratori, si è parlato anche di condizione femminile, pari opportunità, progetti di valorizzazione del territorio, e sono stati assegnati da Raspelli e dall’onorevole Sara Foscolo due Premi importanti. Il Dea Rumilia (all’ assessore Calcaterra) e la Penna d’Argento ABE 2021 (al professor Pierfranco Quaglieni). A settembre cominciano già le selezioni per il 2022, che sarà la 44esima edizione. Il Concorso più antico e celebrato per la bellezza e talento dei ragazzi italiani, stavolta, riparte proprio alla grandissima.
ANDREA IANNUZZI