Garante scioperi: rilanciare concertazione in situazione d’emergenza
C’è esigenza di una collaborazione stringente tra tutti i principali attori
della Legge 146: Commissione, Prefetto, sindacato, datore di lavoro”
“La predisposizione di regole sul conflitto nei servizi pubblici essenziali ha rappresentato un profilo di quella attività di concertazione tra le parti sociali con la presenza di un soggetto pubblico, la Commissione, deputato a valutare e dare efficacia alle intese raggiunte. Come ha scritto Gino Giugni, la concertazione rivela la sua efficacia soprattutto quando si tratta di gestire fasi di particolare crisi e non v’è dubbio che, in tal senso, il nuovo anno ci abbia messo sicuramente di fronte ad una particolare e drammatica situazione derivante dall’emergenza sanitaria/epidemiologica a seguito della diffusione del coronavirus”. È quanto si legge in un passaggio della Relazione annuale del Presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi, Giuseppe Santoro-Passarelli.
“Sul piano della governance del conflitto collettivo, tale emergenza ha presentato situazioni di estrema delicatezza, determinando una contrapposizione per certi versi inedita che ha visto, da un lato, la ineludibile esigenza di salute e sicurezza dei lavoratori; dall’altra, quella del cittadino, di poter contare sulla continuità di servizi essenziali, quali la sanità, l’approvvigionamento di risorse di prima necessità, la raccolta dei rifiuti (per citarne alcuni). Di fronte a tale emergenza l’Autorità – aggiunge Santoro-Passarelli – ha ribadito, naturalmente, a tutte le aziende e amministrazioni erogatrici di servizi pubblici l’obbligo del rispetto scrupoloso delle norme di sicurezza, nonché delle direttive emanate dal Governo, di concerto con l’Autorità sanitaria, in materia di salvaguardia della salute dei lavoratori”.
“Molti Stati europei, non soltanto il nostro, si sono trovati dinanzi al dilemma se sia possibile scioperare in un momento in cui è stato decretato lo stato di emergenza. Il punto di equilibrio tra l’esigenza dei cittadini di non subire ulteriori limitazioni ai propri diritti costituzionali, il cui libero esercizio è stato notevolmente compresso in questi mesi, con il diritto dei lavoratori di scioperare anche per tutelare il proprio fondamentale diritto alla salute è stato individuato dalla Commissione nel fermo invito a non proclamare astensioni nel momento più acuto dell’emergenza, consentendo però sempre quelle proclamate ai sensi dell’art. 2, comma 7 della legge, vale a dire motivate da un grave pericolo per l’incolumità fisica dei lavoratori”, prosegue il presidente della Commissione di garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, nella Relazione per l’anno 2019.
“Si deve porre in evidenza come, sul piano concreto, la Commissione si sia trovata, in alcuni casi, nella oggettiva difficoltà di dover valutare proclamazioni di scioperi motivati dal sindacato dalla violazione delle norme di salvaguardia della salubrità e sicurezza sul lavoro, a fronte delle quali vi è stata la contestuale dichiarazione da parte dell’azienda di aver osservato la normativa al riguardo. Davanti a tale situazione che, come anzi detto, pone un’oggettiva difficoltà di valutazione su elementi tecnici, per poter censurare il comportamento dell’uno o dell’altro soggetto, l’Autorità, al fine di rendere possibile l’esercizio delle proprie funzioni, ha richiamato l’art. 9 del DPCM 26 aprile 2020, che rimette al Prefetto competente la vigilanza e il monitoraggio sulla scrupolosa osservanza delle regole di sicurezza sul lavoro, chiedendo a quest’ultimo le necessarie informazioni sull’osservanza, o meno, della normativa in questione”, puntalizza ancora Santoro-Passarelli.
“Indubbiamente, la situazione di emergenza ha contribuito al rafforzamento del metodo concertativo tra le parti sociali. Importanti Protocolli su un’efficace attuazione delle norme di sicurezza dei lavoratori, tenendo conto anche della necessità di non fermare le attività economiche nel Paese, sono stati siglati, nel mese di marzo, a Palazzo Chigi, con la mediazione del Governo, nonché in sede regionale. In definitiva, l’emergenza ha confermato l’importanza del metodo concertativo e l’esigenza di una collaborazione stringente tra tutti i principali attori della legge 146: Commissione, Prefetto, sindacato, datore di lavoro. La concertazione – anche se oggi non gode di ottima salute – perlomeno nel suo ampio significato di rapporto programmatico tra Governo e parti sociali per delle scelte di politica legislativa – mantiene la sua rilevanza nella concreta attuazione della legge 146, essendo i contenuti di essa demandati principalmente all’attività delle parti e, dunque, soggetti ad un continuo aggiornamento di fronte alla evoluzione della complessità sociale e alle nuove forme di organizzazione dei servizi pubblici”, conclude il presidente dell’Autorità di garanzia sugli scioperi.