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Emmanuele Tardino, il Can Yaman italiano

Emmanuele Tardino

La bellezza selvaggia à la Can Yaman che in molti gli riconoscono, non racconta tutto di Emmanuele Tardino: perché dietro la corazza di muscoli e tatuaggi,il ventottenne fotomodello siciliano nasconde una sensibilità da predestinato. Nato per arrivare in alto: “Sono venuto al mondo con il cordone ombelicale stretto attorno al collo (…) Non avrei dovuto superare la notte e invece sono sopravvissuto. Capisci perché non posso accontentarmi?”

Come sei diventato fotomodello?

Sono partito da zero come operaio. Ho aperto poi una mia attività e dall’esterno sembrava non mi mancasse nulla. Ma io mi sentivo incompleto: è così che mi sono avvicinato al mondo della fotografia e della moda. Le mie foto, inizialmente amatoriali, hanno sempre più attirato l’attenzione di importanti agenzie nazionali attive tra moda e tv.

Di recente sei stato tra il pubblico in studio al GfVip.

E’ stata un’esperienza fantastica: il GF l’ho sempre vissuto da spettatore. Vedere tutto così da vicino è stato emozionante. Tornarci da concorrente? Sì, sono uno a cui piace mettersi in gioco.

Alla tua bellezza “selvaggia” contribuiscono anche i tatuaggi. In particolare quello sul petto.

Rappresenta Il Perseo di Benvenuto Cellini. Me la sono fatta tatuare perché mi ricorda che tutte le difficoltà possono essere superate: in fondo anche Cellini ne affrontò di ogni prima di portare a termine la sua opera. Nonostante tutto ce l’ha fatta.

Al Destino ci credi?

Credo che ognuno sia artefice della propria fortuna, ma sono anche convinto che nulla accade per caso. Ho tatuata sull’inguine una frase in spagnolo che dice proprio questo.

Facendo un lavoro che ha a che fare con il corpo, ti fa mai paura il tempo che passa?

Tocchi un nervo scoperto. Certo che mi fa paura il tempo che scorre inesorabile e veloce. E sai come l’ho esorcizzata? Con un tatuaggio:mi sono fatto raffigurare un orologio e un bambino che corre su una scala: quel bambino che si affanna ad arrivare sempre più in alto, prima che il tempo svanisca, sono io.

E un Piano B ce l’hai?

Il Piano B per ora non lo prendo neppure in considerazione ma c’è. Con l’azienda di famiglia il lavoro certo non mi mancherebbe.

A proposito di piano, tu suoni davvero.

Ho studiato pianoforte per circa una decina d’anni, dai sei ai quindici. Poi per un altro decennio ho virato sulla danza.

Un concerto a cui ti piacerebbe assistere?

Per la musica classica, adorerei ascoltare dal vivo Ludovico Einaudi. Tra i contemporanei sceglierei Mr. Rain. Mi ritrovo molto in ciò che scrive.