Da Via col vento a Grease, tutti i film accusati di sessismo e razzismo
Ha fatto scalpore nei giorni scorsi la notizia che Grease, uno dei musical piu’ amati della storia del cinema, con protagonista una coppia entrata nell’immaginario collettivo, formata da John Travolta e Olivia Newton-John, sia stato accusato di essere un film omofobo e che inciti allo stupro. La polemica e’ nata dopo il passaggio televisivo del 26 dicembre su BBC1, il broadcaster nazionale britannico, il cui profilo Twitter e’ stato inondato poi di messaggi che definivano il film “sessista”, “eccessivamente bianco”, “misogino” e “omofobo”. Le scene incriminate sono molte, da Sandy che si trasforma da dolce e ingenua studentessa a dominatrice in abiti sexy a quello che viene definito un tentato stupro nella scena del drive in. Grease e’ del 1978 ed e’ ambientato negli anni Cinquanta, e’ una commedia il cui tema centrale sono le relazioni uomo-donna all’alba dell’eta’ adulta. Riti di passaggio, insomma. Ma il musical di Randall Kleiser non e’ l’unico film a essere finito sotto il microscopio dei moderni censori. Qualche mese fa era toccato a Via col vento, accusato naturalmente di razzismo, subito dopo l’uscita su Netflix a dicembre e’ stato Mank a subire accuse di sessismo per un’evidente differenza di eta’ tra il personaggio interpretato da Gary Oldman e la sua consorte sul grande schermo. I due attori sono divisi da 25 anni circa e Mank era all’epoca degli eventi di circa 20 anni piu’ giovane di Oldman. Ma essendo un alcolista e fumatore incallito, ci sta che possa essere precocemente invecchiato. Insomma, la situazione sembra essere andata un po’ fuori controllo, con la formazione di una vera e propria nuova morale che si sta formando nelle nuove generazioni, sicuramente molto inclusiva, ma forse anche un po’ miope e non necessariamente esempio di democrazia. La questione e’ ovviamente complessa e molto delicata, ma puo’ essere facilmente spiegata con degli esempi. L’impressione, piu’ che un bisogno di giustizia, e’ piu’ quella di una profonda limitazione della liberta’ artistica, certificata dalle regole per l’iscrizione di un film all’Oscar che entreranno in vigore dal prossimo anno, per cui devono essere rispettate delle quote di genere, colore e origine. Regole che oltretutto, se opportunamente lette, comprese e interpretate, sono facilmente aggirabili e che di fatto creano moltissimi problemi alle produzioni indipendenti, costrette spesso a lavorare con chi permette loro di rispettare i bassi budget a disposizione. La domanda da porsi forse sarebbe la seguente: Grease e’ davvero un film omofobo che incita allo stupro? Come si suole dire, ai posteri l’ardua sentenza.
Fonte Alessandro De Simone Italpress