Coronavirus, Codacons: vacanze estive all’insegna dei rincari
Vacanze estive all’insegna dei rincari, con una vera e propria stangata per le tasche delle famiglie. A lanciare l’allarme il Codacons, secondo cui l’emergenza coronavirus potrebbe avere effetti a cascata sui listini turistici e sui prezzi di beni e servizi tipici del periodo estivo.
L’associazione dei consumatori ha infatti realizzato una prima elaborazione sulle vacanze degli italiani ai tempi del coronavirus, considerando l’impatto che l’emergenza sanitaria avrà sul comparto sia in termini di costi per gestori, società ed esercenti, che di listini praticati al pubblico.
Ipotizzando uno scenario in cui ad agosto gli aerei potranno partire con un numero limitato di passeggeri per garantire le distanze minime a bordo, gli ombrelloni saranno distanziati in spiaggia e vi saranno limiti alle presenze presso strutture ricettive, ristoranti e altri locali pubblici, una vacanza di 10 giorni arriverebbe a costare complessivamente il 22% in più rispetto allo scorso anno – spiega il Codacons.
La spesa procapite per la villeggiatura passerebbe così dai 736 euro del 2019 agli 898 euro del 2020, in piena era coronavirus, con un incremento di circa +162 euro a persona. In particolare il Codacons forti rincari per i biglietti aerei e per i traghetti (con tariffe che potrebbero crescere fino al 100%), per i listini delle strutture ricettive (alberghi, case vacanza, villaggi turistici, ecc.) e degli stabilimenti balneari, ma costerà di più anche mangiare al ristorante e godere di alcuni servizi tipici del periodo estivo.
“Aumenti inevitabili e legati ad un doppio fattore – spiega il presidente Carlo Rienzi – Da un lato attività ed esercenti dovranno fare i conti con nuovi costi legati al coronavirus, come quelli per sanificazione e sicurezza dei locali, inesistenti fino allo scorso anno; dall’altro il rispetto delle distanze minime in spiaggia come in aereo, provocherà un limite alle presenze e quindi una riduzione dei ricavi per società e imprese turistiche, a fronte di costi di gestione sempre più elevati. Un cortocircuito che, inevitabilmente, finirà per avere conseguenze sui prezzi e sulle tariffe praticate al pubblico, determinando una maggiore spesa a carico di chi si concederà questa estate una vacanza”.