Beppe Convertini, storia di un “divulgatore turistico”
Ha plasmato il proprio destino ispirandosi ai “padri” della tv italiana, Mike e Corrado. Ma il successo per Beppe Convertini non è tutto: “Forse un giorno cambio vita”
Fisciano (Salerno) – Da piccolo Beppe Convertini trascorreva ore curvo sulla sua scrivania a puntare il dito, con gli occhi chiusi per aumentare la suspense, sulle destinazioni dell’atlante.
Trent’anni dopo i viaggi, tra Linea Verde e Azzurro – Storie di Mare, sono diventati l’ossatura del suo lavoro di conduttore televisivo e, come meglio ci è piaciuto dire, divulgatore turistico.
“Da me al Sud”, racconta, “si usava raccogliere il testimone del mestiere paterno: avrei dovuto fare il camionista. Ma io studiavo, studiavo tanto per affrancarmi da un destino che sembrava già segnato”.
E a proposito di destino, già tra i banchi dell’Università – dove è tornato ieri per una “lezione aperta” sul turismo sostenibile con gli studenti di Scienze Politiche – Beppe sapeva che un giorno sarebbe diventato quello che è oggi, l’amico di famiglia che la domenica arriva sempre in anticipo sugli altri ospiti, ti dà una mano a preparare le ultime cose per il pranzo e nel frattempo ti racconta delle storie. Storie della provincia italiana, quella “selvaggia” e “autentica”, e della gente che la abita, animata da una grande passione e un profondo rispetto per l’ambiente e la Natura, i suoi ritmi e i suoi doni.
“L’Italia è un gioiello prezioso, ce ne siamo accorti durante la pandemia chè non potevamo andare all’estero”, afferma dribblando chi gli chiede quale sia il posto più bello che ha visitato, “Ma di questo gioiello dovremmo averne più cura. A partire dalle piccole cose, tutti possiamo fare la differenza”.
Chiusa tra qualche settimana un’ennesima stagione di successi per Linea Verde (l’ultima puntata approderà nella misteriosa Curon in Trentino Alto Adige), Beppe Convertini ci terrà compagnia per tutta l’estate con la seconda edizione di Azzurro – Storie di Mare, di cui almeno tre puntate saranno ambientate in Campania, mentre è in via di definizione un programma nuovo di zecca dedicato ai centenari, sulla falsariga di quello che due estati fa fu “C’è Tempo per…”.
“Quando ero più giovane, guardavo i cinquantenni e li reputavo vecchi. Poi più ti avvicini a questa soglia e più capisci che così non è”, confessa. Poi conclude: “Io sto bene nei miei cinquant’anni e anzi trovo ridicoli quelli che fanno i ventenni non essendolo più”.
A ben guardare, per Beppe Convertini il tempo che passa non sembra essere qualcosa di cui crucciarsi più di tanto: “Nella vita c’è tempo per fare tutto, c’è sempre tempo per ricominciare. Io non so cosa mi riserverà il futuro ma magari un giorno mi verrà voglia di trasferirmi in un luogo sperduto e di cambiare completamente vita”.
Riccardo Manfredelli