Alessandro Scalisi: Amo il mondo della Tv, ma non sgomito per raggiungere la vetta
«Vivete tutto come un gioco e senza grosse aspettative. Ciò che conta è essere consapevoli delle proprie qualità». Ad agosto Alessandro Scalisi cederà corona e scettro di “Gay più bello d’Italia” e tramite le nostre colonne dà un consiglio a quanti, in queste settimane alle prese con le prime selezioni web, aspirano ad ereditarli nel 2024.
Alessandro, un bilancio di questo anno da Mister?
Nella mia partecipazione al concorso non c’era niente di premeditato. E’ arrivata naturalmente al culmine di un percorso di autoanalisi, di cui ho approfittato per mettere a posto alcuni pezzi della mia vita, che mi ha fornito nuove consapevolezze. Volevo mettermi in gioco, capire quanto avrei saputo mantenermi “lucido” di fronte ad un giudizio esterno, io che al giudizio altrui ho sempre dato un peso forse eccessivo.
C’è stato quindi un certo cambiamento. In cosa, in particolare?
Forse più di tutto nel mio rapporto con le persone, e sui social (magari prima sotto i post evitavo di usare tag o hashtag troppo specifici) e nella vita reale: quando i riflettori si accendono su di te, non importa con quanta intensità, capisci chi ti vuole bene davvero. Capisci se qualcuno vuole conoscerti per quello che sei o per ciò che in quel momento rappresenti.
Di solito chi partecipa ai concorsi di bellezza, nutre velleità artistiche. E’ così anche per te?
Il mondo dello spettacolo mi affascina e, sarò sincero, stare al centro dell’attenzione non mi dispiace: ma non sgomito, so anche starmene sulle mie quando non ho niente da dire. Ti faccio un esempio forse banale: le discoteche gay le frequento volentieri, ci vado perché mi piace la musica e mi piace ballare. Ma se ho voglia di starmene sui divanetti da solo lo faccio. Collezionare frequentazioni come fossero figurine, poi, non fa proprio per me: mi piacerebbe, a 31 anni, provare a costruire qualcosa di solido.
Come lo immagini, anche fisicamente, l’uomo al tuo fianco?
Vorrei accanto una persona che mi sappia tenere testa, io sono un tipo molto testardo. E soprattutto vorrei che mi arricchisca, non che mi spenga. Te lo dico perché è esattamente quello che mi è capitato con la mia ultima relazione: siamo stati insieme sette anni, abbiamo condiviso tante cose belle e brutte, ma non nego di essermi spesso annullato per lui, di aver perso di vista i miei reali desideri. Fisicamente non ho un vero prototipo di uomo: in generale amo chi ha molta cura di sé.
A microfoni spenti mi hai raccontato di aver subito outing…
Quando ero più piccolino sono stato fidanzato con una ragazza: a un certo punto, le cose tra di noi hanno cominciato a non andare più bene e, dopo la fine della nostra relazione, ho avuto la mia prima esperienza omosessuale. Lì ho capito realmente chi fossi e cosa mi piacesse: ho avuto poi una breve frequentazione con un ragazzo. E’ finita ma lui non lo accettava: minacciava di rivelare tutto alla mia famiglia, ma io l’ho anticipato e ne ho parlato prima.
Sembri un tipo parecchio serafico. C’è qualcosa che realmente ti fa perdere la calma?
Non sopporto l’ipocrisia e le prese in giro. Alla larga da me anche chi tenta di danneggiare il prossimo. E’ vero, di base sono tranquillo e anche alle provocazioni rispondo sempre con un sorriso. Ma se qualcuno dovesse toccare le persone a cui tengo, non so come potrei reagire onestamente (ride, ndr.)