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Alessandro Cucinotta: Mengoni? Erede nel mondo di Pausini e Ramazzotti

Tra la portoghese Mimicat, che agli internauti italiani ricordava fisicamente Barbara Cola, e le austriache Teya e Selena, nelle quali in molti hanno visto una versione da esportazione delle nostre Paola e Chiara, quello consumatosi lo scorso 13 maggio 2023 è stato L’Eurovision Song Contest dei sosia: “Significa che le nostre facce e le nostre voci hanno grandi potenzialità internazionali”. Lo dice Alessandro Cucinotta, showman siciliano che di “incredibili somiglianze” se ne intende, annoverato come si ritrova tra i sosia più credibili (e certificati dallo stesso artista) di Francesco Gabbani.

A proposito di artisti italiani che sbarcano all’estero, Cucinotta dà un dieci all’esibizione di Marco Mengoni su “Due Vite”, risultata sorprendentemente quarta nella graduatoria finale dell’Eurovision 2023: “Marco ci ha fatti vibrare ed emozionare senza orpelli, facendo affidamento solo sulla sua bellissima voce”.

E sulla vincitrice Loreen (la canzone è la “bondiana” Tattoo): “La canzone è proprio da Eurofestival e lei, che la competizione l’aveva già vinta una decina di anni fa, l’ha accompagnata con una performance di livello. Solo il suond mi ha dato l’impressione di qualcosa di già sentito”.

Medaglia d’argento per la Finlandia e il Cha Cha Cha (che Cha Cha Cha non è) di Karjaa: “Non ho apprezzato particolarmente né la canzone, né la performance”, commenta icastico Alessandro Cucinotta, “tuttavia devo ammettere che la voce di Karjaa presenta delle sfumature interessanti”.

Chi altri allora, al suo posto, avrebbe meritato il podio? “Tra le mie preferite c’era anche la canzone della Polonia; a proposito dei legami artistici veri e presunti tra l’Italia e il resto d’Europa, Solo affronta un tema (quello dell’autoerotismo, ndr.) che in Italia è già stato sdoganato anni fa da Gianna Nannini con America”.

RICCARDO MANFREDELLI